Mc 16, 1-8 Lo stupore dell'impossibile

 

Il Vangelo di Marco 

Il cammino del discepolo

Lo stupore dell'impossibile Mc 16, 1-8

 Arrivato alla fine della storia, dopo il momento di crisi più grande, Marco ci propone un colpo di scena incredibile: Gesù viene resuscitato da Dio e vince la morte. 

Ecco, questo è il credo fondamentale di un cristiano, Gesù è il Figlio di Dio, incarnato in corpo umano e morto per i nostri peccati ma risorto dal Signore. Ora essendo io matematico, capirete che non ho potuto non avere difficoltà ad accettare questa conplessa verità. I morti non resuscitato, quindi deve trattarsi di una bufala. Sarà la solita credenza, quel mito della morte e della rinascita tanta cara ai Greci, una concezione religiosa del mondo che esorcizza la paura della morte, un simbolo tipico di una culto misterico di rinascita; insomma quello che vuoi, ma non un fatto storico. Non è ridicolo? Non del tutto, tanto che le persone si dividono in tre macrogruppi. Da una parte i creduloni, che se la bevono, che credono per fede o per ignoranza e indottrinamento a tutto, anche che Gesù sia italiano( assurdo, ma c'è chi lo pensa...). Dall'altra parte quelli che vedono in ogni forma di religione e fede una balla, un cancro da estirpare, la base per mettere in piedi un business, in particolare nella multinazionale della Chiesa. Non voglio entrare nel merito di queste posizioni, ma del fatto in sé; la Chiesa ha sicuramente abusato della sua posizione e della fede o della creduloneria delle persone, ma la domanda è: quella fede è fondata? Si tratta di qualcosa di credibile?  Marco come gli altri evangelisti fanno di tutto per difendere questo evento surreale: mette le donne, testimoni del luogo della sepoltura di Gesù, così che non possano sbagliarsi, loro la cui testimonianza non aveva neanche valore legale. Fa accertare Pialto che Gesù sia realmente morto, non una messinscena, con un finto defunto che si rialza e torna in giro per la Galilea a creare il panico. Fa seppellire Gesù di venerdì, con un masso davanti, così che di Sabato fosse impossibile da spostare a causa del divieto dei lavori e comunque molto difficoltoso se non attrezzati. Marco non lascia adito a equivoci: Gesù di Nazareth, ucciso dai romani e dai sacerdoti, non è più nel sepolcro, la salma non è lì. Chi lo ha preso?

Nella tomba vuota le donne incredule vedono un giovane, vestito con un lenzuolo bianco, che richiama il ragazzo fuggito nudo nell'orto degli ulivi. Si tratta di un angelo, Il Messaggero di Dio che rassicura le donne, Gesù che voi cercate è vivo, risorto dai morti vi precede in Galilea. Si tratta di uno scherzo? Ha finto di essere morto e ora va in giro per la Galilea? La resurrezione dei morti era un credo dell'epoca per alcune comunità giudaiche, e alcuni miti greci parlavano della vittoria sulla morte, e del mito della rinascita; siamo di fronte a questo?

Il giovane dice anche di annunciare ai discepoli e a Pietro che il maestro ha vinto la morte, che il Figlio di Dio ha compiuto le scritture.  Le donne non comprendono, hanno solo paura e Marco chiude il Vangelo dicendo che se ne andarono e che non dissero nulla  a nessuno per timore. L' originale versione del Vangelo sembra terminare così. Non solo quindi l'evangelista ci chiede di credere a qualcosa di folle, ma forse la sua opera termina con le donne che non dal terrore restano mute, come a dire che se si ha paura non si può predicare il Vangelo. 

Ora arrivati alla fine, potremmo avere letto una storia avvincente, inventata di sana pianta dall'autore, che ci ha raccontato di come questo famigerato Gesù, eroe antico, compì molti prodigi, era nella potenza di Dio e di come volesse portare il bene sulla terra ma i nemici, gli uomini di potere, lo abbiamo ucciso. Tuttavia, l'eroe vince la morte e il regno di Dio trionfa sul male. 

Si tratta di un bel racconto, che ha anche una funzione morale, e che ha come senso profondo la rinascita. Nessuno ci garantisce che non sia solo un sogno, che tutto sia una rielaborazione postuma della vita di un uomo buono, innalzato ad eroe e divinità. Solo un'opera di esaltazione di un uomo amato da molti e odiato da altri. 

Marco però  ci dice di tornare in Galilea, dove tutto ha inizio, di andare a richiamare i discepoli che erano fuggiti. Da il compito alle donne che però ci lascia intendere non lo facciano. Come si è trasmessa la fede se non hanno parlato? Ognuno di noi può credere o meno che questo Gesù sia esistito o no, che sia morto per mano dei potenti dell'epoca e che abbia predicato il regno di Dio, con segno e miracoli, oppure che fosse un santone indiano o un mago egiziano che stupiva tutti con i suoi giochi di prestigio. Non dobbiamo credere che i contemporanei di Gesù fossero tutti dei deficienti che davanti a questa storia hanno subito creduto nella vicenda di Gesù. Anzi, l'esistenza dei Vangeli attesta il contrario, sul Nazareno se ne dicevano di tutte e di più.

Marco però ci ricorda che lui, in questi 16 capitoli, ce l'ha fatto capire chi fosse Gesù. Lo ha raccontato, con trame rielaborate forse, inserendo elementi eaagerati ad hoc per farcelo capire, ma ha raccontato la storia di un uomo grande, che era realmente il Figlio di Dio, che ha predicato la conversione per il Regno di Dio, che nei panni dell'inviato di Dio, il Messia, ha redento l' umanità morendo sulla croce. Lo stesso evangelista però ci fa capire anche che nessuno ha capito nulla su Gesù, e che questo finale, la Vittoria sulla morte, la fine del peccato, il trionfo di Dio sulle forze del male, esula dalla conoscenza ovvia e banale. Pialto e i sacerdoti, morto Gesù, avranno vissuto senza troppi pensieri, convinti di aver eliminato un uomo qualsiasi, un ciarlatano, che nulla fosse cambiato nel mondo. Anche noi, ogni gionro viviamo e creiamo che non ci sia nulla di più di ciò che vediamo e conosciamo, che tutto sia chiaro, pensiamo che nulla di sorprendete possa accadere davvero e davanti a qualcosa di eclatante, come la morte che viene sconfitta non possiamo crederci. Marco scrive la sua opera per formare i discepoli, perchè alla fine della storia, Gesù risorto non lo vede nessuno, le donne sono impaurite e i discepoli fuggiti. 

Solo rileggendo le scritture e l'intero Vangelo, Gesù nell' opera di Marco, ci appare per quello che lui ha scritto nel prologo, Figlio di Dio, uomo amato dal Padre celeste, che vive l'intimità della relazione con Dio, e Cristo, inviato e messia, ponte tra l'umano e il divino, disposto a salvare il mondo e a regnare con la morte e la sofferenza, nella sconfitta apparente,che nulla sia accaduto e che non sia servito, ma che invece apre alla salvezza dal peccato e alla vita eterna, instaurando il regno di Dio. La pasqua è aprirsi all'impossibile, credere che cose come la pace, la fraternità, la speranza, la vita, i sogni primordiali che in genesi sono descritti nel giardino celeste, non sono sogni impossibili, ma un dono di Dio. 

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