Un corpo per amare (1cor,6)


Amarsi secondo San Paolo

5° incontro
Un corpo per amare


Siamo arrivati alla tappa finale di questo percorso. Concludiamo con il passo della prima lettera ai Corinzi di San paolo (1cor 6):

«Tutto mi è lecito!». Ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Ma io non mi lascerò dominare da nulla.  «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!

Se parliamo di noi non possiamo non parlare di quello che è il nostro corpo. Noi siamo fatti di carne. Il corpo potremmo quasi definirlo il nostro biglietto da visita. Basti pensare a qualsiasi forma di affetto ,un bacio, una carezza, un abbraccio, una stretta di mano, sono tutte espressioni del nostro corpo verso un altro
Se è vero che “siamo fatti per amare”, il nostro corpo è il mezzo attraverso il quale noi amiamo e possiamo essere pienamente felici. Eppure c’è chi vede nel proprio corpo come un limite, un difetto che non riesce ad accettare, o addirittura un oggetto finalizzato al piacere.
Ma che valore realmente ha il nostro corpo?
  
Un po' di anni fa mi fecero questa domanda: Ma tu hai un corpo o sei un corpo?
E tu che risponderesti?
Molte volte pensiamo al nostro corpo come qualcosa di distaccato dal nostro più profondo essere, come una zavorra che ci portiamo dietro, ma è realmente cosi? E se il tuo corpo fosse la massima espressione di quello che sei? Quei gesti, quei movimenti, quelle espressioni sei tu che li compi, ed esprimono quel tuo essere particolare che ti distingue dagli altri e ti rende unico. Ad oggi penso e risponderei che ogni mio gesto non è legato solo alla mia carne ma anche alla mia anima, alla parte più profonda di me.
Quindi c'è da fare attenzione.  

“Chi si ama si dona, chi non si ama si svende” (Nicoletta Musso)
Se ci fai caso la prima manifestazione del fatto che non stai amando, ne te stesso, ne l’altro, è quella di come tratti il tuo corpo e quello degli altri: lo vedi da come vivi la tua sessualità , da come in questo tendi a ricercare solo il “piacere”, da come ti prendi cura di te, dal tuo lasciarti andare pensando che nessuno ti si fila, dal non concederti quel filino di trucco in più, dal non far vedere al mondo quanto nella semplicità sei bella/bello, dal puntare tutto sull’esteriorità e su quante foto ti fai per pubblicarle sui social fino ad arrivare alle maschere che magari indossi ogni giorno perché hai paura di non essere accettato. Sicuramente la società odierna che esalta l’aspetto esteriore, i pettorali, la ricerca del piacere senza troppe responsabilità, l’indifferenza, il “meglio soli che male accompagnati”, non ci aiuto molto. 
“il mio corpo è mio e ci faccio quello che voglio”, ma tu di chi sei? A chi appartieni?
La verità è che quando quello che diciamo con il corpo non corrisponde a ciò che siamo, quindi a chi apparteniamo, ci facciamo male, le ferite più dolorose, pensaci, derivano da lì, da quando ti senti usato oppure hai usato qualcuno per scopi troppo bassi, quando ti tratti come qualcosa che vale quattro soldi.

“«Tutto mi è lecito!». Ma non tutto giova”
Molti pensano che per la Chiesa e per chi crede, alcuni argomenti, tra cui il rapporto con il proprio corpo, la sessualità, siano dei tabù, delle cose di cui non parlare perché altrimenti Dio si scandalizzerebbe. Io mi sento di sfatare questo mito e dirvi che forse sono tra le cose che gli stanno più a cuore e che soprattutto ci ha donato lui stesso per amare, quindi perché avere paura di parlarne?
Il punto non è, cosa devo fare - cosa non devo fare, spesso si pensa sempre che c’è qualcosa a cui si deve “rinunciare” per essere dei “bravi ragazzi” agli occhi di Dio, ma la domanda da farsi è: io queste cose che ho, che mi sono state donate, come posso usarle al meglio? Per chi sono? Cosa dicono di me?
Il mio corpo, la sessualità, la mia bellezza, se non le vivo come dono per un altro a cosa mi servono?
La castità tra due fidanzati non potrebbe essere un modo attraverso il quale ci si dona?
2337“la sessualità, nella quale si manifesta l'appartenenza dell'uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell'uomo e della donna. La virtù della castità, quindi, comporta l'integrità della persona e l'integralità del dono” 
(catechismo della chiesa cattolica, parte terza, sezione seconda, articolo 6)

Il tuo corpo è un linguaggio, attraverso di esso tu dici qualcosa di te ad un altro. O questa cosa dice il vero e corrisponde ai fatti oppure con il tempo risulterà dannosa.

Vorrei concludere riflettendo su questa cosa: Dio ha mandato suo figlio in carne ed ossa, Dio vuole assumere la nostra stessa carne. Gesù è stato un uomo proprio come lo siamo noi ed anche lui, mi immagino, avrà dovuto fare i conti con la propria corporeità. Se ci pensi questo annulla totalmente la distanza che c’è tra il cielo e la terra, tra il divino e l’umano. Per Gesù il corpo diventa lo strumento per farsi prossimo agli altri, per dialogare con loro, per abbracciarli, per guarirli, per farsi carico delle sofferenze e delle fragilità umane.
 Non solo, il corpo di Cristo è anche risorto e questo ci indica quello che è il fine, la meta.
"sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? "
Il mio, il tuo corpo è il luogo dove Dio abita dal giorno del tuo battesimo, non è un ostacolo tra me e lui. e questo dovrà pur significar qualcosa. Questo corpo ci è stato donato per la vita eterna ed è fatto per questo, per qualcosa di grande, per Amare.

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