Più fatti e meno parole! (Rm 12)

 

Amarsi secondo San Paolo

3° incontro
La concretezza dell'amore


Partiamo leggendo un passo della lettera ai Romani di San Paolo Apostolo (Rm,12):
"Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. […] ]Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi."

Il vero amore è CONCRETO. Ma cosa vuol dire?
Se è vero che siamo fatti per amare e c’è un modo in cui siamo chiamati a farlo, la concretezza è quella cosa che rende vero quello che tu stai vivendo, lo rende carne, lo trasforma in gesti.
Di parole se ne sentono tante al mondo, soprattutto riguardo l’amore. “L’amore è…” ,“L’amore vero vuol dire…” ,“Questo non è amore”, “Non sono capace di amare”.
Fino a che punto si può dare una vera e propria definizione a parole? L’amore, le relazioni si vivono, sono concrete, si raccontano facendo.
L’altro accanto a me non è un concetto, né una formula che conosco a memoria e si ripete, e nemmeno qualcosa che deve soddisfare le mie aspettative, ma anzi è un mistero bellissimo: due occhi, un volto, una storia, un mix tra fragilità, paure, insicurezze, gioie, talenti, pregi.

Chi è il primo della storia che ha amato con i fatti? Gesù Cristo.
Lui si che si può definire la concretezza fatta persona, il primo vero testimone.
Nel vangelo vediamo che Gesù ama ,sì, con le parole, ma soprattutto con i gesti. Per amore guarisce i lebbrosi visti come scarti dalla società, guarisce nei giorni in cui, secondo la legge, non è dovuto, parla con i peccatori e le prostitute, si ferma a mangiare a casa loro, sa essere deciso e determinato scacciando i mercanti dal tempio. Gesù dà la sua vita per te su quella croce, per amore tuo.
Gesù è venuto nel mondo per portare a compimento la missione che gli è stata affidata dal padre suo, Dio, e questo inevitabilmente gli farà prendere delle posizioni, farà delle scelte, che non vivrà come doveri ma ,anzi, saranno una conseguenza dell’amore ricevuto dal Padre il quale si trasformerà  in amore per un altro.
Da un amore nasce un altro amore, il sentirmi amato da Dio mi fa entrare nella logica del dono.
San Paolo  dice che il nostro vero culto spirituale è donare la vita ad un altro, donargli il mio tempo, la mia cura, la mia pazienza, il mio ascolto, la mia quotidianità, i miei limiti, i miei difetti, tutto quello che sono.
Accogliere Cristo nella propria vita vuol dire questo, il suo amore trasparirà dai gesti.
Delle volte penso che se molte persone si allontanano dalla fede, soprattutto i giovani, è perché non viene testimoniato e mostrato loro quanto questa si concretizzi nella vita di tutti i giorni e quanto può cambiarla in meglio.
Abbiamo bisogno di testimoni concreti, che mostrino la loro fede nella vita di tutti i giorni, a casa, a lavoro, a scuola, nelle loro relazioni. Altrimenti di cosa parliamo?

Risuonano provocatorie e forti le parole di papa Francesco in un'omelia del 10 gennaio 2020 a Santa Marta:
“...l’amore «si esprime facendo il bene», e ha proseguito: «Se una persona dice: “Io, per essere ben pulito, bevo soltanto l’acqua distillata”: morirai!, perché questo non serve alla vita. Il vero amore non è acqua distillata: è l’acqua di tutti i giorni, con i problemi, con gli affetti, con gli amori e con gli odi, ma è questo. Amare la concretezza, l’amore concreto: non è un amore di laboratorio. Questa è la strada, ha affermato ancora, «qui non entrano gli indifferenti, quelli che si lavano le mani dai problemi, quelli che non vogliono immischiarsi nei problemi per aiutare, per fare del bene; non entrano i falsi mistici, quelli dal cuore distillato come l’acqua, che dicono di amare Dio ma prescindono dall’amare il prossimo»; e ha concluso: «Che il Signore ci insegni queste verità: la sicurezza di essere stato amato per primo e il coraggio di amare i fratelli».”

Quanto stai amando con i fatti?
Svegliarsi tutte le notti perché tuo figlio piccolo piange, mollare quello che stai facendo per correre da un tuo amico che ha bisogno, macinare chilometri solo per rivedere la persona che ami, aiutare chi ha più bisogno anche se non lo conosci, ascoltare un anziano che vuole solo compagnia, mollare il proprio orgoglio e le proprie convinzioni per fare spazio all'altro, pregare per qualcuno, trovare il tempo e spendere le proprie energia in un cammino di discernimento, lasciare da parte le tua paure e finalmente dichiarare il tuo amore a quella persona, cucinare tutti i giorni per la tua famiglia, fare la lavatrice e la spesa, portare a termine gli esami, fare bene il proprio lavoro, supportare la persona che ami nei suoi momenti di debolezza, gioire per un traguardo importante, rispettarsi e stimarsi a vicenda, far notare all'altro quando sbaglia, dirgli quanto gli vuoi bene, affrontare una malattia, perdonare.
Questi e molti altri ancora, sono i piccoli, silenziosi  gesti quotidiani che rendono il tuo amare concreto, lo rendono vero. E' "l'acqua" di tutti i giorni.
 Essere fedeli a questi gesti ci salverà.

La concretezza del Signore ha sconvolto totalmente la mia prospettiva. In un momento della mia vita mi ero resa conto di stare ferma, non stavo facendo nulla per amore. Ero bloccata per paura e davo adito ai miei “capricci” da bambina. Mi ricordo come il non scegliere era il modo in cui affrontavo molte cose, lasciare che tutto scorresse senza prendere mai una posizione, una scelta netta.
L'amore di Dio mi ha rimesso in vita, mi ha risvegliato dal sonno, mi ha “azionato”, finalmente. Con il tempo ho tolto tante maschere che non mi permettevano di amare concretamente.
In molte occasioni prendere delle scelte e fare gesti concreti è stato difficile, è costato fatica, ma ogni volta è stato un affidarmi, un fidarmi sempre di più del Signore e questo il più delle volte mi ha stupita, mi ha dato cento volte tanto.
Se penso ai passi fatti e guardo a quello che mi è stato donato, non posso far altro che rendere grazie per l'opportunità che mi è stata data di amare, anche se molte volte non l'ho saputa sfruttare al massimo.
Prego il Signore affinché mi renda capace, ogni giorno, di coltivare l'amore e la mia fede con i fatti e meno con le parole.


Commenti

  1. molto bello!
    "lasciare da parte le tua paure e finalmente dichiarare il tuo amore a quella persona" in effetti questa potrebbe rivelarsi una cosa molto complicata. Un punto su cui riflettere

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