Cosa vuol dire "Vocazione"? (Ef 4,1-6)

 

Amarsi secondo San Paolo

2° incontro
La vocazione



Questa volta si parlerà di VOCAZIONE ed il passo che ci accompagna è quello della lettera agli Efesini di San Paolo apostolo. (Ef 4,1-6)

“Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti”

Ma cosa sarà mai questa vocazione?
Un po’di anni fa se mi avessero fatto questa domanda avrei pensato subito a qualcosa che riguardasse solo i preti e le suore.
Ebbene, non è così? Mi dispiace ma la risposta è NO.
La vocazione è qualcosa che riguarda me, te che stai leggendo, e pure i preti e le suore, certo!
Se andassimo ad analizzare l’etimologia della parola, vedremo che vocazione deriva dal latino “vocatio-onis” che sta a significare “Chiamata, invito”. Dunque se ci fermassimo soltanto all’etimologia potremmo dire che si tratta di una chiamata, un invito. Ma di chi? Di che tipo di chiamata si tratta?

C'è da dire che la tua prima chiamata è inevitabilmente quella alla vita, tu devi partire dal presupposto che sei vivo e qualcuno ti ha voluto qui, in questo tempo. Il cristianesimo aggiunge un piccolo grande dettaglio: oltre ai tuoi genitori, è Dio che ti ha chiamato alla vita, affinché potessi portare a compimento la tua missione. Il senso della nostra vita, della nostra felicità si gioca in questo, scoprire perché tu sei qui, qual è la tua missione su questa terra
Se è vero che "siamo fatti per amare", scoprire la mia vocazione non significa nient’altro che scoprire come sono chiamato ad amare, in quale forma. C’è un modo unico ed irripetibile in cui ognuno di noi ama, come dice il caro Don Fabio Rosini: “ci sono cose che solo tu puoi fare, ci sono persone che soltanto tu puoi amare”. Tu fai la differenza.
Quindi attenzione, la vocazione ha a che fare con l’amore. 

Ricordo che in un momento della mia vita, dopo l’incontro con il Signore, questa domanda “come sarò chiamata ad amare?” si era fatta sempre più insistente e risuonava forte, tanto che venendo a conoscenza di alcuni corsi fatti dai Frati minori ad Assisi, scelsi di partecipare proprio al corso vocazionale che proponevano durante la settimana dell’immacolata nel 2018. Dei tanti passaggi affrontati in quei giorni uno che mi porterò sempre nel cuore e che mi toccò particolarmente è quello della Samaritana (Gv 4). Questa donna ferita nell’amore, aveva una gran sete, era alla ricerca di qualcosa che riempisse la sua vita. Nell’ora più calda del giorno, al pozzo, incontra proprio Gesù che le chiederà da bere. Con questo gesto Gesù le da importanza, la fa sentire amata ed inizia con lei un dialogo che permetterà alla Samaritana di andare in profondità, di affrontare quelle parti buie della sua storia, la sue ferite e di avere una maggiore consapevolezza di se. Gesù invita la donna ad accogliere l’acqua viva che lui stesso le offre, la salvezza. La samaritana dopo quell’incontro non potrà far altro che ritornare dai suoi e testimoniare quello che le è accaduto, diventa dunque una testimone di Cristo. Quest’acqua viva potremmo paragonarla alla promessa che Dio fa a ciascuno di noi, ovvero che in questo viaggio non siamo soli, lui non ci abbandona e che la nostra vita sarà feconda
Se ripenso alla mia storia, al mio cammino mi rivedo in tanti passaggi che anche la samaritana ha affrontato. L'incontro con Dio, l'esperienza della sua misericordia, l'ascolto della sua parola ed accoglierla hanno cambiato totalmente la mia prospettiva, le mie priorità, il mio modo di vivere, soprattutto le relazioni, hanno messo in risalto i miei talenti e mi hanno resa più consapevole di quello che sono e dei miei desideri più profondi.

"Per realizzare la propria vocazione è necessario sviluppare, far germogliare e coltivare tutto ciò che si è. Non si tratta di inventarsi, di creare sé stessi dal nulla, ma di scoprirsi alla luce di Dio e far fiorire il proprio essere: «Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione». La tua vocazione ti orienta a tirare fuori il meglio di te stesso per la gloria di Dio e per il bene degli altri. Non si tratta solo di fare delle cose, ma di farle con un significato, con un orientamento. [...]
Per questo voglio ricordare qual è la grande domanda: «Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”»" 
(Christus vivit, Papa Francesco)

Nella tua vocazione riesci ad essere pienamente te stesso, la vocazione fa fiorire il tuo essere, la parte migliore di te e questo non è per te, ma è per un altro.
Papa Francesco invita soprattutto i giovani a farsi questa domanda: "Io per chi sono?". 
La tua felicità sta tutta nella risposta a questa domanda.
Tante cose sono il “bene", sono buone  ma il punto è capire cos'è il meglio per me. Dio ci promette il meglio. Questo vuol dire, inevitabilmente, fare delle scelte che comportano una rinuncia, un tagliare qualcosa dalla propria vita. Ma più che un rinunciare è un preferire una cosa ad un'altra.

In questi anni ho avuto la fortuna di vedere la gioia e la dolcezza nel volto di una suora, l’entusiasmo e la grinta di un sacerdote annunciarmi la parola di Dio, di conoscere sposi amarsi in Cristo mettendo al servizio la loro famiglia, sposi partiti in missione, sposi amarsi nonostante i periodi di crisi e di malattia, giovani mettersi al servizio per la propria comunità, giovani battersi per ideali comuni. Ognuno di queste persone sta amando, e lo sta facendo nel suo modo unico ed irripetibile. La verità che traspare dai loro gesti, dalle loro scelte di vita mi fa dire: “quella persona ha risposto alla chiamata di Dio”, quella suora, quel prete, frate, quella sposa, quello sposo sono nella loro vocazione. E si vede!
Ad oggi quello che so è che un forte desiderio mi muove ed è quello di amare la persona che mi sta affianco. Prego il signore affinché in questo tempo di fidanzamento, tempo di prova e di discernimento, possa indicarci la strada da percorrere ed a cui siamo chiamati, e capire se le due strade, la mia e la sua, ci portino nella stessa direzione!

Cosa c’è di più importante che spendere il proprio tempo, le proprie energie per decifrare il desiderio più profondo che abbiamo nel cuore rispondendo così alla nostra chiamata? Ne vale la tua felicità!



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